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Lo conferma anche il regista, Daniele Lucchetti, in conferenza stampa: "E' una città così cambiata, mentre Roma si sta decomponendo Palermo sta rifiorendo. Per me è stato un trauma tornare a Roma". A cui fa seguito il palermitano: "Molti colleghi e personaggi dello spettacolo sono tornati a vivere qua, non faccio nomi per una questione di privacy ma anche molti artisti venuti qui per Manifesta poi sono rimasti". E i dati lo confermano; nell'ultimo anno nel capoluogo siciliano sono state fatte oltre 70 produzioni, tra cinematografiche, documentaristiche e shooting vari. Palermo, dunque, terza protagonista di questa pellicola cinematografica. "Qui il cinema si potrebbe rinnovare - chiude Lucchetti -, Palermo è un luogo già maturo per accogliere il meglio del cinema italiano". E per la prima volta dopo tanto tempo l'immagine di una Palermo pulita, avulsa dalla mafia e da qualunque forma di criminalità, e a cui viene conferita una dimensione internazionale, è forse una delle cose più inaspettate.
Momenti di trascurabile felicità: dal libro di Piccolo, al film con Pif - video - VanityFair.it
Pif apre una pagina oscura della nostra storia, e ci chiede se è lecito barattare un male con un altro. La risposta è ovviamente no! Perché questo non è altro che barattare una dittatura e una barbarie con un'altra. Non si sconfigge il male; semplicemente si cambiano gli attori in campo ottenendo come risultato la stessa oppressione, solo che la seconda ha la presunzione di definirsi "democratica". Ma come nel film precedente, Pif non si limita a denunciare, ma cerca anche di conservare il candore e la bellezza del popolo siciliano, che ancora crede nei grandi sentimenti, che sa difendere le proprie tradizioni (la nonnina che vuole difendere la statua della Madonna dai bombardamenti), e sa riconoscere quando si fida delle persone sbagliate (il nonno che getta dalla finestra il simulacro di Mussolini, che resta impigliato a testa in giù tra i fili dei panni stesi, evidente richiamo a Piazzale Loreto). Lo sa fare con grande maestria e umanità. L'amore muove tutte le cose, ed è per amore che si può rischiare la vita, e rifiutare l'ingiustizia.
Tra i titoli cinematografici vanno senz'altro menzionati «Vincere» di Bellocchio, e «La solitudine dei numeri primi» di Costanzo; tra le commedie più recenti, ricordiamo alcuni successi come «Cosa ci dice il cervello», «Come un gatto in tangenziale». E poi, naturalmente, «In guerra per amore», l'ultimo film diretto e interpretato dallo stesso Pif, che racconta la storia del giovane italoamericano Arturo che nel 1943, innamorato della bella Flora, decide di arruolarsi nell'esercito per raggiungere la Sicilia e chiederne la mano direttamente al padre. E il palermitano Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, si appresta ora a girare un altro film in città. «E noi rimanemmo solo a guardare» — questo il titolo annunciato la cui uscita è prevista per il 2020 — verrà realizzato prevalentemente a Torino. Teatro Regio, ma anche il centro — tra via Arcivescovado e via Santa Croce — e la vicina Ivrea saranno tra le location interessate a partire dal 20 settembre, anche se dettagli più precisi della imminente produzione verranno resi noti soltanto nei prossimi giorni.
Momenti di Trascurabile Felicità: ecco il trailer del nuovo film di Daniele Luchetti con Pif | Cinema - BadTaste.it
Sarà che oggi questa è anche meno invadente. Una cosa è certa, in Momenti di trascurabile felicità
la mafia è assente nella sceneggiatura, ma soprattutto anche nella produzione. E nessuno mi dica che rimpiange i tempi della famiglia Castagna», conclude l'attore, facendo riferimento al racket sui set cinematografici che imponeva comparse e operai. © Riproduzione riservata
L’ultimo film di Pif? Un “momento di trascurabile felicità” - Linkiesta.it
Un adattamento coraggioso Il soggetto di Momenti di trascurabile felicità nasce dall'adattamento cinematografico dell'omonimo libro, edito da Enaudi nel 2010, e del sequel Momenti di trascurabile infelicità (2015) scritti da Francesco Piccolo, co-sceneggiatore insieme al regista Daniele Luchetti. Il libro raccoglie in 134 pagine brevi vicende, epifanie e piaceri volatili, che costellano la vita di chiunque e dei quali ci ritroviamo a sorridere quando, rileggendoli, li scopriamo così vicini e genuini. Data la natura tanto aforistica e disomogenea del libro, c'è da lodare il coraggio di un autore come Luchetti nell'affrontare una riduzione cinematografica che, al contrario, richiede una struttura e un intreccio molto solidi. Nel tentativo, quindi, di armonizzare tali momenti, la sceneggiatura si basa su una cornice narrativa fantastica (ovvero i 92 minuti concessi a Paolo) e una successione di brevi scene, coerentemente posizionate, che oscillano tra il passato e il futuro del protagonista.
Ottima lettura per ragionarci su... perché forse gli atei son più praticanti di noi. Libro piacevole è molto scorrevole. Per dedicarsi ad una lettura leggera e spensierata, con dei tratti a volte un po' malinconici e tragico comici. Consigliato. È un libro molto simpatico, da leggero ma non troppo. Pif sa raccontare i dettagli in un modo particolare, specialmente quando riguardano noi siciliani. Bel libro! Riduci.. divertente e semplice da leggere. Si presta anche ad alcune riflessioni più impegnate tramite il sorriso. Stile verbale troppo "parlato": sembra quasi di sentire la voce di Pif. Finale mediocre, mi aspettavo di meglio. Stile di Pif inconfondibile. Lettura gradevole con spunti \ndi riflessione. Ne consiglio la lettura. Con leggerezza ed ironia fa riflettere sui valori importanti della vita, specie sui rapporti con gli altri e sul rapporto con la religione. Una vera sorpresa. Conoscevo Pif per aver visto un suo film, ma avrei sdegnato il romanzo se non mi fosse stato regalato.
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PALERMO - E' uscito ieri nelle sale cinematografiche ed è già al terzo posto il nuovo film, che ha per protagonista Pif, 'Momenti di trascurabile felicità', per la regia di Daniele Lucchetti. La pellicola è tratta dai due romanzi di Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità, 2010; e Momenti di trascurabile infelicità, 2015) che è anche co-sceneggiatore del film insieme a Lucchetti. Interamente girato a Palermo - che si presenta in tutta la sua bellezza, e ripulita dai soliti clichè che la vedono legata sempre alla mafia - il film è una commedia agro-dolce che racconta la storia di Paolo (Pif) che muore subito in un incidente stradale. Nello stanzone di smistamento delle anime in Purgatorio, però, si verifica un errore: non avevano fatto bene i conti e la sua morte era stata anticipata, così il sistema informatico ricalcola l'ammontare del tempo che gli dev'essere restituito. Gli viene concessa un'ora e trentadue minuti da spendere di nuovo sulla terra. In questo lasso di tempo Paolo ripercorre, attraverso ripetuti flashback, i momenti salienti della sua vita: dal primo appuntamento con quella che poi diventerà la sua futura moglie Agata (interpretata da una bellissima e bravissima Thony, la cantante e attrice scoperta da Paolo Virzì nel 2012) alla nascita dei due figli, alle scappatelle di lui.
La bambina inizialmente sembra voler resistere alla narrazione ma progressivamente se ne fa catturare. L'esordio alla regia di Pif
Consigliato: Assolutamente Sì *media giudizi di pubblico, critica e dizionari. Con Cristiana Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Claudio Gio�. durata 90 min. - Italia 2013. 28/11/2013. Arturo ha pochi anni e un segreto romantico che condivide con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina che gli ha incendiato il cuore. Nato a Palermo, Arturo � stato concepito il giorno in cui Tot� Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini della famiglia Badalamenti, uccisero Michele Cavataio vestiti da militari della Guardia di Finanza. Da quel momento e da che si ricordi la sua vita, spesa a Palermo, � stata allacciata alla Mafia e segnata dai suoi efferati delitti. Cresciuto in una famiglia passiva, in una citt� 'muta' e tra cittadini incuranti dei crimini che abbattono i suoi eroi in guerra contro la Mafia, Arturo prova da solo a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un'intervista (il Generale Dalla Chiesa).
Classica lettura "da ombrellone", letto in un pomeriggio, super consigliato se volete una lettura leggera e divertente ma che faccia riflettere allo stesso tempo. Consiglio anche l'audiolibro letto proprio da Pif, da sicuramente un tocco in più alla storia. Da Pif mi aspettavo qualcosa di più, sicuramente qualcosa di più impegnato o fortemente ironico/comico, invece mi sono ritrovata a leggere un romanzetto che racconta una storia banale, letta miliardi di volte, non fa ridere, non fa sorridere (se non una o due volte), non fa riflettere. Pif si esprime meglio nel proprio ruolo televisivo, lasciamo ad altri la letteratura o perlomeno la scrittura di cose almeno originali. Ottimo libro, con una bella storia. Una trama semplice, scritto in modo preciso e facile da seguire. Breve, ma con un gran significato. Libro adatto per ogni età, dall'adolescente all'adulto. Riduci.. l'avete ancora letto?! Malissimo! ;-P
A parte gli scherzi, con la sua oramai collaudata sagacia, Pif fa un quadro davvero avvincente attorno all'essere credenti.
Questa è la flessibilità che mi piace, fatta di opportunità di cambiamento e di solide garanzie. La società non reggerà separando troppo poveri e ricchi, garantiti e non garantiti. Sarò ingenuo, ma quando vedi i profitti di queste società o le buonuscite dei manager dici: "Vabbé però forse ad una fetta di torta un po' ci potresti anche rinunciare"». Quanto guadagna un rider all'ora? «Nel film ho cercato di essere un po' generico, ho voluto ricostruire il loro metodo di lavoro, non nelle cifre, perché il guadagno è vario e anche le assicurazioni. Ci sono alcune ditte che ti danno un'assicurazione sanitaria, altre che proprio ti ignorano, chi ti calcola le spese di manutenzione della bicicletta o del mezzo e chi no. Poi, certo, se lavori sotto la neve, se lavori sempre, anche quando stai male, riesci ad avere uno stipendio di mille, milleduecento euro. Però ti devi ammazzare. Un tempo si chiamava cottimo. Oggi si deve chiamare cottimo». La precarietà, figlia della flessibilità, è alla base del sentimento di paura che c'è nell'opinione pubblica?